Al di là delle nuvole
In un modo o nell’altro al di là delle nuvole c’è sempre il sole.
Di questi tempi tristi, caratterizzati dalla pandemia da Covid19 e dalla parallela crisi economica concomitante, la parola che attanaglia e che sento più spesso quotidianamente è “preoccupazione“.
Dobbiamo esser costantemente accorti, tutelare gli altri e noi stessi, prendere le opportune precauzioni per evitare il diffondersi del virus così come per non incorrere in investimenti sbagliati.
Guai se non fosse così.
La tutela della collettività e della individualità nel rispetto del fondamentale diritto alla salute e della libera iniziativa economica pubblica e privata, tutelati entrambi dalla nostra Costituzione deve essere sempre preminente.
Da questa atmosfera di effettivo disagio ne ha tratto conseguenze anche la comunicazione.
Tuttavia, non dobbiamo assolutamente perderci d’animo.
L’uso di strumenti che prima non erano molto concepibili quali, solo per fare un esempio, le riunioni o i convegni dietro lo schermo di un pc, deve esser interpretato come una reale opportunità per poter mantenere vivi i contatti, per non perdere la voglia di apprezzare un’atmosfera intrisa di sensazioni positive e di ottimismo, che quindi ci fa sentire ancora più forti e vicini.
Non bisogna pensare di farci turbare da coscienze ed equilibri sociali già inevitabilmente compromessi.
Infatti, nell’intreccio dell’incomunicabilità o, talvolta, della comunicazione contraffatta o quantomeno parzialmente distorta di cui spesso siamo vittime consapevoli, io credo che si debba rispondere reagendo con le parole e i fatti alle tante storie comuni e appiattite che lo svilimento dei rapporti umani sta creando: io credo fermamente che si debba emergere e reagire nella ricerca dell’ispirazione e della valorizzazione del talento di ognuno, affascinati dallo stimolo di assecondare i desideri e le esigenze della gente, in modo da consentire ad ogni persona di esprimere se stessa e di riportare le proprie vicende alla ribalta, senza mai perder la fiducia nel progresso tecnologico, economico e scientifico, valorizzando l’idea primaria di tutelare la dignità dell’individuo che rimane tale pur se dietro una mascherina che copre la nostra identità, secondo quella concezione personalistica a cui io penso bisogna far sempre riferimento.
Nei rapporti tra gli individui, nel diritto vivente così come nel mondo aziendale, infatti, è sempre fondamentale la difesa dell’uomo e dei suoi valori, dell’assistito, del cliente, che va curato sin dal primo incontro professionale, in ogni fase, per tutto l’arco della vicenda personale e della pratica che viene sottoposta al proprio fiduciario.
Il rapporto di fiducia è un legame umano, prima ancora che economico e si deve difendere a spada tratta.
Ritengo che attraverso la piattaforma “Vetrine Venete” si possa sviluppare un piano di lancio per valorizzare una realtà legata al nostro territorio e non solo, tant’è che mi sento di manifestare a gran voce che laddove ci siano i sentori di una decrescenza generale dei valori più importanti, ad essa si deve invece opporre ed affiancare, proprio attraverso questa forma di condivisione, l’incremento e la riscoperta dell’umanità che fa riaccendere la speranza, quella stessa che si coglie quando appare a prima vista un raggio di sole tra le nuvole, dopo una grigia giornata di pioggia.
Cosicché ci vien spontaneo un sorriso.
Avv. Ludovico santarelli
Ho 42 anni, sono nato a Padova l’11 novembre del 1978, figlio unico di due genitori meravigliosi, di madre padovana, professoressa di lettere, e padre di origine umbra, ufficiale dell’esercito, trasferito qui in Veneto per motivi di servizio militare. A tal proposito, è evidente che star qui gli è piaciuto non solo per l’amore per la propria donna ma anche per l’attaccamento alla realtà locale che lo ha fatto stabilizzare proprio qui nella città del Santo.
Nel corso della mia crescita, ho frequentato le scuole elementari e medie del centro della mia città, ed in particolare con orgoglio ricordo i bellissimi anni del mitico Ginnasio Liceo Tito Livio, quello che io ho sempre definito il tempio della cultura per le “sudate carte” dei testi di letteratura italiana, di latino e greco che ancora ricordo dopo tanti anni di studio diventando a suo tempo talvolta sul serio “matto e disperatissimo”, ma che diedero le fondamenta ed il via per approcciarmi al complesso e affascinante mondo del diritto permettendomi di inseguire i miei sogni, ossia di frequentare prima il prestigioso Ateneo patavino ed arrivare poi a conseguire il titolo di avvocato di questo importante Foro italiano. Dal 2012 lavoro in proprio e sono titolare di uno Studio Legale sito nella mia splendida città; nutro la passione per il diritto penale, materia in cui peraltro mi sono specializzato, sia in ambito giudiziale che stragiudiziale. Per aspera ad astra, scrivevano e dicevano i più grandi scrittori, poeti ed oratori classici. Ed è per questo che amo il mio lavoro ed è ciò che sono convinto ogni giorno di fare, con determinazione nonostante le tante difficoltà che si frappongono alla nostra attività. Ma sono veramente attratto da questo coraggioso “mestiere” rappresentativo di un’arte, quella dell’eloquenza, bellissima, emozionante. Mi muovo spesso per motivi professionali, e ho avuto modo di poter conoscere e frequentare i palazzi di Giustizia della nostra Regione, oltre che di altre sedi italiane. Coltivo oggi anche un fervido interesse per il diritto sportivo calcistico, con l’obiettivo di diventare un esperto procuratore sportivo. Sono anche un cinefilo e, avendo la fortuna di veder celebrata sul lungomare del Lido di Venezia l’amata Mostra del Cinema non perdo mai occasione per andare a fare un salto e dedicarmi alla visione delle pellicole d’essai. Ho infine l’hobby del teatro e per questo ho frequentato diversi corsi e acquisito competenza nell’ambito della comunicazione e della persuasione, utile ed opportuna anche nel mio lavoro. Peraltro, mi piace molto scrivere oltre che parlare, non solo nelle aule giudiziarie, ma anche in contesti culturali, qual è questo per cui ho deciso di espormi, desideroso di entrare a far parte di questa nuova esperienza e di offrire un po’ del mio bagaglio, tant’è che mi entusiasma molto l’idea di realizzare un contributo scritto per “Vetrine Venete”, proprio per valorizzare quella che è la realtà culturale e professionale del nostro incantevole territorio. A presto, con un abbraccio!